film – Il tetto

La memoria rimossa: “italiani senza tetto”.

Venerdì, 20.03.2009, presso la sede dell’assiciazione di Via Fortebraccio, 1, alle ore 21.00, sarà proiettato il film “Il tetto”.

“Regia: Vittorio De Sica; soggetto e sceneggiatura: Cesare Zavattini; fotografia: Carlo Montuori; scenografia: Gastone Medin; arredamento: Fernando Ruffo; costumi: Fabrizio Carafa; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Eraldo Da Roma; aiuto regia: Luisa Alessandri, Franco Montemurro; assistente alla regia: Elmo De Sica; fonici: Kurt Doubrawsky, Emilio Rosa; operatore: Goffredo Bellisario; interpreti e personaggi: Gabriella Pallotta (Luisa), Giorgio Listuzzi (Natale Pilon), Gastone Renzelli (Cesare), Maria Di Fiori (Giovanna, moglie di Cesare), Maria Di Rollo (Cina), Luciano Pigozzi (il borgataro prepotente), Aldo Boi (Luigi), Angelo Bigioni (il maggiore Baj), L. Alessandri (la signora Baj), Ferdinando Gerra (Francesco), Carolina Ferri (la moglie di Francesco), Giuseppe Martini (padre di Luisa), Emilia Martini (madre di Luisa), Angelo Visentin (Antonio Pilon, padre di Natale), Maria Sittorio (la madre di Natale); direttore di produzione: Nino Misiano; produzione. De Sica, Girosi per V De Sica Pds; distribuzione: Titanus; origine: Italia 1956.

Luisa e Natale, due giovani innamorati, si sposano in fretta nonostante i rispettivi, modesti impieghi di domestica e di muratore, non gli assicurino un futuro sereno.
All’inizio rimarranno in famiglia, non potendosi permettere una casa, ma la convivenza si rivelerà faticosa: a volte anche il baciarsi, con i parenti curiosi sempre presenti, è troppo imbarazzante per gli sposini. Così le prime, inevitabili incomprensioni e i litigi minano più volte il loro grande amore. Natale, disperato per le sue condizioni economiche che non gli fanno intravedere una via d’uscita, tenta di costruirsi una casa abusivamente, ma le guardie lo sorprendono e lo costringono a distruggere ciò che ha faticosamente costruito. Il giovane non si dà per vinto e ci riprova, aiutato da alcuni amici, sperando di arrivare alla costruzione del tetto nell’arco di una notte. Il gruppo lavora febbrilmente fino alle prime luci dell’alba….

Premi: Premio OCIC all’IX Festival di Cannes.

“[...] Il tetto è il racconto di una misura esemplare [...] Ogni compiacimento formale è bandito: l’espressione tende all’essenziale, all’autentico, ad una lineare e quasi disadorna semplicità. “Fatto colo cuore”, come tiene a sottolineare De Sica, il film è ricco di sentimento e al tempo stesso immune dal pericolo del sentimentalismo: quando una scena minaccia di scivolare nel patetico, è ben raro che non intervenga a salvarla in tempo utile, sempre vigile, il freno dell’arte. [...] Il film è soprattutto la lirica espressione del bisogno di nidificare proprio dei giovani sposi, del bisogno che ciascuno di noi ha di isolarsi con un gruppo: la famiglia. I valori de Il tetto restano dunque al di sopra dei fatti contingenti da cui l’opera ha tratto ispirazione [... ]. E’ il neorealismo, cui De Sica e Zavattini hanno voluto esplicitamente tornare, riportandosi sulla linea di Sciuscià, di Ladri di biciclette, Umberto D., dimostra qui nel modo più luminoso di non aver affatto esaurito le sue possibilità creative. Mirabile ne Il tetto, l’umano rilievo dei personaggi, tutti designati con grande sobrietà e delicatezza di tocco. [...]. Tutto coerente, se non proprio compatto, dal principio alla fine, il film raggiunge in alcuni momenti una straordinaria intensità espressiva [...]“.

Dario Zanelli, “Il Resto del Carlino”, Bologna, 22 settembre 1956.

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