Guerra

San Diego, Iraq

Dal 2003, una o due volte alla settimana, Wedad mi scrive chiedendomi notizie dell’Iraq

Internazionale 717, 2 novembre 2007

Wedad ha lasciato l’Iraq trent’anni fa per studiare ingegneria elettronica a San Diego. Dopo la laurea si è sposata ed è rimasta a vivere lì. Quando l’ho conosciuta aveva 17 anni.

Per lei non dovrebbe essere difficile dimenticare il suo paese natale. Vive in una villa con cinque stanze e una piscina e guida una Rolls Royce.

La settimana scorsa mi ha scritto una lunga lettera: “Mi sono svegliata la mattina e ho saputo dalla tv che il mio quartiere era in fiamme. Ero terrorizzata. In fretta e furia ho infilato alcune cose in una valigia, ma ero come bloccata. Poi ho cominciato a provare una strana sensazione. Speravo che le fiamme distruggessero la casa e tutto quello che c’era dentro”.

Dal 2003, una o due volte alla settimana, Wedad mi scrive chiedendomi notizie dell’Iraq. Ogni volta esprime il suo disagio per la sua vita lussuosa. Gli incendi a San Diego le hanno ricordato la situazione in Iraq: “Ho pensato alle famiglie irachene costrette a lasciare le loro case per sfuggire alle violenze. Probabilmente si portano dietro solo i loro ricordi più cari. Ed è quello che ho fatto anch’io. Ho preso le tue lettere, alcune foto e il computer portatile. Tutto il resto l’ho lasciato a casa. Poi sono uscita e ho aspettato l’arrivo delle fiamme”.

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